giovedì 5 luglio 2018

TEMPO DI VACANZE
Nell'aria gia' c'e la frenesia delle vacanze. Dove vado, cosa faccio, con chi vado: STRESS. Senza rendercene conto continuiamo con le medesime abitudini anche quando crediamo di andare in vacanza per riposare.
Le vacanze sono intese collettivamente come una occasione per evadere, staccare la spina, fare cio' che non si puo' fare durante l'anno, finalmente sentirsi liberi e felici, passare piu' tempo con la famiglia, partner, curare e disintossicare il corpo la mente e lo spirito. Bellissimi propositi se ci rendessimo conto che continuiamo ad essere e a vivere nel sonno piu' completo e che non serviranno i vari ritiri spirituali o vacanze sfrenate a portare consapevolezza ed equilibrio nella nostra vita.
Cito un esempio di un corso che feci anni fa : " gli adolescenti vivono tutta la settimana di scuola e compiti come un peso, un dovere, una routine da cui desiderano scappare, e il fine settimana FINALMENTE, possono sfogarsi, uscire, ballare, bere, drogarsi e fare tutto cio' che gli viene impedito durante la settimana e che li fa sentire superficialmente  e apparentemente "felici". Questo atteggiamento non li fa vivere con attenzione e consapevolezza ogni momento della quotidianita' e da adulti seguono la stessa "memoria" o "abitudine" di vivere tutto l'anno sentendosi prigionieri del lavoro, del sistema, della routine e attendere le fantomatiche vacanze per evadere.
Evadere da cosa? dal medesimo Matrix che abbiamo costruito nei secoli e che abbiamo scelto, a livello animico, come scuola e esperienza di vita materiale e terrena per poterci conoscere ed evolvere? sembra di si. Non ci rendiamo conto che la frenesia della ricerca della vacanza ci fa rientrare nel vortice stressante con cui viviamo la maggiorparte della vita. Ormai siamo in tanti a continuare a dire che dobbiamo vivere lasciando fluire, vivere con attenzione il momento presente, vivere ascoltandoci ed essendo presenti in ogni istante della esistenza perche' abbia un senso, non solo nel momento in cui la viviamo, ma anche per l'evoluzione spirituale della umanita'.
Una volta senti' una persona a me cara dire: "io ho una attivita' materiale che e' quella che svolgo a diario e che mi sostenta e che non amo e una spirituale con cui aiuto gli altri". Gli feci notare la separazione che esisteva nella sua dichiarazione. Se siamo centrati e presenti, qualsiasi attivita' svolgiamo e' una attivita' evolutiva. Nel momento in cui c'e' rifiuto o sofferenza esiste un blocco, non staimo lasciando fluire l'energia ne' tantomeno stiamo facendo "anima", che significa stiamo facendo fino in fondo l'esperienza per cui l'anima si e' incarnata. Perche' sentiamo che il lavoro e la routine sono un peso?, perche non sto bene nel luogo di lavoro? cosa c'e' che si muove dentro di me? Ieri pensavo alle vacanze di Gesu', o di Ghandi, o di Osho o di Yogananda...e sorrisi. Stiamo continuando a vivere nella incosapevolezza nonostante i corsi, ritiri, libri, maestri e insegnanti vari di cui sento spesso riempirsi la bocca e alimentare l'ego, mentre il cammino e' quello del cuore, che non significa buonismo ma significa vivere nelle frequenze del 4 chakra dopo aver lavorato con l'accettazione, l'equilibrio, l'ego, la mente e aver "sentito"e "vissuto" l'esperienza della connessione con il Se' e l'accettazione dell'Ego. Che le vacanze siano una parte della routine e della esperienza di attenzione di tutta la vita. Iniziamo a uscire dalla separazione, dal rifiuto, dalla non accettazione, dal continuo giudizio tra bello e brutto. Se continuiamo a catalogare la vita in cose ed esperienze belle e brutte continueremo a vivere nella prigione in cui viviamo da milioni di anni. La vacanza e' un periodo in cui abbiamo la possibilita' di non essere presenti fisicamente nel posto di lavoro, niente piu. Se sentiamo questo periodo come un momento di evasione, di ricarica, di liberta' stiamo automaticamente creando l'informazione mentale che il resto dei mesi dell'anno saranno di prigionia. Viviamo le vacanze come l'ora d'aria di un carcerato, mentre anche chi vive in prigione e vive nel 4 chakra meditera' nei giorni chiuso in cella ( Rene Mey fu incarcerato per un periodo e medito' praticamente 8 ore al gg. ma era comunque una sua abitudine anche quando non era in prigione). La prigione, la vera prigione e' quella che noi stessi creiamo, quella che ci impedisce di essere "presenti" in ogni momento, di sentirci "nell'Uno" ma separati dagli altri. Ricordiamo che gli altri sono solo un riflesso delle caratteristiche umane che noi stessi possediamo. Impariamo a fluire e ad ascoltarci, ad essere presenti e obiettivi con noi stessi, cerchiamo di smettere di raccontarci bugie. Le emozioni sono il sintomo per comprendere, per approfondire, per sentire che c'e' un blocco. Inutile avere diplomi di Reiki appesi al muro, essere maestri di questo o di quello se non siamo consapevoli di cio' che stiamo dicendo, pensando, sentendo e facendo. Ricordo tanti anni fa in cui vivevo a Milano e andavo a riposare, meditare, sentire in un parco vicino a San Siro, ci andavo in bici e restavo li, tra l'erba, il caldo. Non ero in spiagge tropicali perche le mie finanze non me lo permettevano ma ero nella natura e in connessione. Siamo venuti sul pianeta terra per conoscerci e per allontanarci dalla fonte per poi ritornare a lei. Siamo qui perche' siamo la manifestazione nella materia della Essenza e nel manifestarci ci siamo allontanati dall'Essenza perdendoci nella identificazione con il corpo, con la mente e con l'ego. Per tornare alla connessione con l'Essenza possiamo iniziare con vivere lavorando sul sentirci incompleti, vuoti, vittime, prigionieri ecc.. ecc..
A tal proposito suggerisco libri e interviste di Eckart Tolle ( Il potere di adesso). il libro "Il lato nascosto delle cose" di Leadbeater. Un abbraccio.
Per chi desidera contattarmi whatsapp +34 647054115 o carlafdrc653@gmail.com appuntamenti su skipe carla.federici.luce


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