mercoledì 4 dicembre 2013

OGGI

Dopo giorni di pioggia intensa e inondazioni mi sono infilata le scarpe da tennis e zaino in spalla mi sono diretta lungo i sentieri conosciuti che da casa mia portano, attraverso collinette, sentieri, roccie, sabbia, terra e cactus al mare. INcredibile vedere il paesaggio come cambia dopo la pioggia. Il verde molto piu' verde del solito, la polvere che solitamente infarinava le gambe e le scarpe, ha lasciato il posto al terreno scuro, con bellissime tonalita' di marrone, il nero della pietra lavica ancora piu' nero e lucido, i cactus lavati e quasi lucidati dalle piogge torrenziali.
Cercavo i sentieri conosciuti ma non c'erano quasi piu', altri al loro posto erano stati creati dai forti rivoli di acqua che con la potenza di questi giorni hanno scavato nuovi sentieri fino al mare. Camminare odorando il profumo della recente pioggia che resta nella natura, la terra odora di terra umida e la natura sprizza vitalita' in ogni germoglio che sto attenta a non calpestare, abituata a questa terra brulla e desertica. Alle mie spalle, Lui, il vulcano Teide completamente innevato e immediatamente mi viene l'idea che domattina all'alba, se non piove, andro' a vederlo innevato e a camminare lungo la cañada che gira attorno ai suoi piedi per km a circa 2200 metri di altezza. Gia' pregusto il freddo pungente, il sole che "pega" come si dice qui...ossia che picchia e le grandi spianate attorno al vulcano solitamente secche e vuote saranno laghi colmi di acqua nei quali si riflette il sole e il grande padre di questa isola (il teide).
Tornando a stamane, era bellissima la sensazione quasi dimenticata dopo 3 anni qui, di affondare con le scarpe nel terreno molle, un piacevole massaggio ad ogni passo mentre con gli occhi coglievo i colori, cercavo i lagarti ( lucertole) che non mancavano di correre, attraversarmi la strada correndo o rilassarsi in una roccia nera per godere del caldo e del sole, che anch'io mi gustavo con la gioia di scaldarmi le ossa. I sentieri trasformati in certi momenti in pozzanghere, in altri punti la ghiaia, la terra e la sabbia era stata letteralmente spazzata via dalla furia dell'acqua lasciando la roccia bianca e liscia che raramente sono abituata a vedere, poi il sentiero non c'e' piu'...e via a cercare uno nuovo per poter scendere al mare. Qualche piccolo passerotto canario, grigi con qualche striatura marroncina, dalle dimensioni veramente piccole, tipici delle canarie mi osserva e se ne va volando, ascolto il silenzio e cerco di mantenere in silenzio la mia mente che spesso cerca di avere il sopravvento e vuole iniziare il suo cicaleccio. La zittisco vivendo attimo per attimo. Sto facendo un passo, ora ne faccio un altro, e per zittirla meglio inizio a recitare il mantra del ho oponopono e dico alla mia anima  : mi dispiace, perdonami, ti voglio bene, grazie.
E con il mantra il cuore mi si apre alla gioia e sento tanta gratitudine, per cio' che sto vivendo, per le esperienze meravigliose che giorno dopo giorno e attimo dopo attimo sto facendo mie. Sento dentro di me che potrei morire domani e sarei felice. La mia anima e' qui per fare esperienze e ne sta raccogliendo in quantita' industriale. Segui camminando fino a che non vedo il mare, una spiaggetta di sassi grigio scuro quasi sempre deserta, in cui amo sedermi, contemplando il mare. A volte medito, a volte sto seduta su una roccia aspettando l'onda che mi infradicia ( anche stamattina immancabile e' arrivata per lavarmi pantaloni e canottiera). Mettere i piedi nudi nell'acqua e sentire il gelo della sua bassa temperatura che risveglia ogni cellula e' una sensazione che ti ricorda di avere un corpo e di essere vivo e che attraverso questo corpo puoi gioire delle sensazioni che solo i 5 sensi ti possono regalare. Sono rimasta li' a contemplare l'oceano per poi rimettermi le scarpe, dopo l'ultima onda invadente che mi lascio totalmente "umida" per poi rimettermi le scarpe e riprendere il cammino del rientro e che ogni volta e' diverso. Queste sensazioni le vivevo anche in Italia, mentre sola nella casetta in collina guardavo fuori dai vetri la neve alta in inverno, o quando uscivo con - 15gradi per andare a recuperare la legna per le stufe e controllavo la legnaia dove avevo alloggiato le cuccie per i gatti randagi, con le pappe e le coperte...la solitudine che spesso tanto ci fa paura e' lo stato ideale per godere di ogni istante, ogni odore, rumore, immagine, sensazione. Avete mai fatto caso alle carte dei tarocchi? Il matto e' solo, ed e' colui che capisce che c'e' qualche cosa che non quadra nel mondo che cercano di fargli credere. E inizia il suo cammino controcorrente. L'Eremita che con la sua lanterna cerca la verita', cerca il cammino e il sentiero, si chiude nel suo mantello e inizia il suo percorso dentro se stesso per trovare la luce. Il Mago, che alla fine ha compreso, si e' risvegliato dal sonno e dal torpore e ha compreso i suoi poteri e sa che e' solo lui il responsabile e il creatore della sua realta'. Ha i mezzi, i poteri, le conoscenze per vivere e creare meravigliose galassie. Queste figure importantissime rappresentano il percorso in solitario. Cio' non significa che dobbiamo essere tutti eremiti, significa che uno dei primi passi per il "risveglio" e' trovare se stessi, affrontare il proprio personale viaggio attraverso il nostro interno, e inferno, per imparare e conoscere ogni parte di noi e vivere in armonia, gioia, serenita con essa. Noi non siamo soli MAI, solo sentiamo la sensazione di esserlo e questo lo rende Realta'.
Nessun luogo cambia la vita. L'unico mondo da cambiare e' quello dentro di noi.

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